Nell’opinione comune, la perdita di peso è spesso associata alla suddivisione dell’assunzione di cibo durante la giornata, evitando di saltare pasti e integrando i tre principali (colazione, pranzo e cena) con spuntini, prestare attenzione alla qualità e alla composizione degli alimenti.
Tuttavia, molte diete promuovono un’assunzione più frequente di cibo, composta da 5-6 pasti al giorno. Ma perché?
In questo articolo, esploreremo l’effetto della frequenza dei pasti sul metabolismo e sulla perdita di peso.
TERMOGENESI INDOTTA DALLA DIETA (TEF)
Secondo alcuni esperti di alimentazione, l’aumento del numero di pasti può influenzare l’Effetto Termico del Cibo (TEF).
Nel contesto del bilancio energetico, il TEF rappresenta il dispendio energetico necessario per assorbire, digerire e metabolizzare i nutrienti del cibo.
Il TEF è particolarmente elevato per gli alimenti ad alto contenuto proteico (circa 25-30%), rispetto ai carboidrati (5-15%) e ai grassi (3-4%).
Tuttavia, è importante notare che queste percentuali possono variare notevolmente da persona a persona, sia a livello metabolico che nella composizione della dieta. Di solito, si assume un TEF medio del 10% come stima generale.
Alcuni sostengono che aumentare la frequenza dei pasti possa favorire la perdita di peso, poiché questo aumenterebbe il TEF. Mangiando più frequentemente, si attiva più volte il TEF, il che potrebbe portare a un maggiore dispendio energetico e, di conseguenza, a una maggiore perdita di peso. Ma quanto è vero tutto ciò? Cerchiamo di scoprirlo attraverso studi scientifici.
MIGLIORE FREQUENZA DI PASTI: COSA DICE LA SCIENZA
La ricerca scientifica è particolarmente ricca di studi sull’argomento.
In Uno studio del 1990 è stato studiato l’effetto termico della COMPOSIZIONE e DEL CONTENUTO ENERGETICO (QUINDI CALORICO) del pasto sul TEF su 16 donne femmine non obese (sottolineo non obese perché è stato dimostrato che in condizioni di obesità, l’effetto termico del cibo risulta ridotto rispetto ai soggetti magri).
Ogni soggetto ha consumato 4 pasti diversi, ognuno di questi in un giorno diverso.
I pasti erano ad alto contenuto di carboidrati e basso di grassi, e ad alto di grassi e basso di carboidrati. Il contenuto energetico dei pasti era di 600 e 1200 kcal. Quindi, per capirci meglio:
un pasto da 600 kcal ad alti carbo e bassi grassi
una pasto da 600 kcal ad alti grassi e bassi carbo
un pasto da 1200 Kcal ad alti carbo e bassi grassi
un pasto da 1200 Kcal ad alti grassi e bassi carbo
Le proteine erano costanti in tutti i pasti, quello che cambiava era solamente la percentuale di carboidrati e grassi
Mentre il valore del TEF per i pasti a diversa composizione era praticamente uguale, quello per il contenuto energetico risulto diverso: i pasti da 1200 Kcal avevano un TEF maggiore rispetto a quelli da 600.
Quindi, in questo studio, non c’era stato nessun effetto significativo della composizione del pasto sul TEF, mentre il contenuto energetico dei pasti lo aveva influenzato in maniera significativa.
E qui, il primo concetto: il TEF è significativamente influenzato dal contenuto energetico di un pasto piuttosto che dalla sua composizione.
Un altro studio molto interessante è del 2013.
L’obiettivo dello studio era quello di andare a verificare se la frequenza dei pasti potesse in qualche modo influenzare la composizione corporea. In particolare, lo studio andava a valutare l’effetto del consumo di 3 o 6 pasti al giorno sull’ossidazione dei grassi nelle 24 ore, oltre ad analizzare le sensazioni soggettive sul controllo della fame.
Bene, non ci furono differenze nella spesa energetica nelle 24 ore e sull’ossidazione dei grassi tra il gruppo che ne consumava 3 e quello che ne consumava 6. Ma anzi, in quello che ne consumava 6, quello che i ricercatori chiamarono “desiderio di mangiare” fu più alto.
Quindi, consumare pasti più piccoli ma più frequentemente è spesso un suggerimento che ci viene dato da medici, nutrizionisti, e non nascondo che fino a qualche anno fa anche io lo davo, perché è quello che ci insegnano all’università, semplicemente perché è ritenuto un buon comportamento alimentare, utile per il controllo del peso corporeo.
Lo studio analizzato, e molti altri ancora, suggeriscono invece che questa pratica non solo non ha vantaggi sulla composizione corporea, ma che in alcuni soggetti potrebbe avere effetti negativi sul controllo della fame e della sazietà.
Nel 2015, 3 ricercatori presero una grandissima mole di studi degli ultimi 50 anni e li misero a confronto, e videro che non c’era alcuna evidenza che, a parità di calorie, fare pasti più frequenti durante la giornata aiuti a perdere peso (grasso). Questa è una review, ossia un insieme di studi messi insieme e di cui vengono valutati i singoli risultati, per poi trarre una conclusione
In sostanza, mentre è certo che un pasto più abbondante aumenta l’effetto termogenico degli alimenti, a prescindere dalla composizione in macronutrienti del pasto, la frequenza e il numero dei pasti non ha nulla a che vedere con il maggior dispendio energetico.
Perciò, la frase “fare 5 pasti al giorno aumenta il metabolismo” è solamente fantasia.
QUANTI PASTI DEVO FARE PER DIMAGRIRE: CONCLUSIONI
Non esiste una ricetta magica che ci dia il numero esatto della frequenza dei pasti!!!
Lo scopo di questo articolo non è né quello di costringervi a fare 3 pasti abbondanti né quello di farne 5, 6 o 10.
Sarebbe completamente errato imporre una frequenza dei pasti ad un soggetto, stravolgendo completamente le sue abitudini, soprattutto se non ci sono evidenze scientifiche che ne dimostrano l’efficacia.
A parità di calorie, fare 3 pasti o 10 sarà la stessissima cosa: quello che conta è il numero di calorie assunte.
Se vi trovate bene a magiare 6 pasti al giorno, a patto che non eccediate con le calorie, va benissimo così. Ma se non siete abituati agli spuntini, non lasciate a nessuno di potervelo imporre, e ora sapete anche perché.
Personalizzare una dieta significa proprio questo: adattare quello che funziona alle abitudini del soggetto. Se non sono abituata a consumare spuntini, difficilmente riuscirò a portare la dieta avanti per un tempo necessario per perdere peso. Quindi, siccome fare spuntini non accelera il metabolismo né fa passare la fame, perché essere costretti a farlo?
“Il digiuno intermittente, noto anche come “Intermittent fasting“, è diventato estremamente popolare recentemente. Questo approccio ha portato ad un cambiamento di mentalità e ad una maggiore consapevolezza sul fatto che il digiuno può essere un metodo efficace per dimagrire, se gestito correttamente. È anche emerso come il protocollo più adatto per migliorare le condizioni di inflessibilità metabolica. Approfondiamo i dettagli per comprendere meglio come e perché funziona.”
DIGIUNO INTERMITTENTE: CHE COS’E’
Il digiuno intermittente comprende un’ampia categoria di strategie alimentari caratterizzate da un periodo di digiuno alternato ad un periodo di alimentazione.
Macroscopicamente, l’Intermitting fasting è suddiviso in due grandi famiglie: l’Intermitting calories restriction (ICR) e il Time Restricted Feeding (TRF). Senza andare troppo nel dettaglio, possiamo dire che il primo approccio prevede, all’interno di un certo periodo (in genere una settimana) dei giorni di digiuno totale o semi-digiuno e altri di alimentazione “ad libitum”, senza quindi limiti di quantità o restrizioni dietetiche particolari; il secondo approccio prevede invece periodi più ristretti di alimentazione alternati a periodi di digiuno all’interno delle 24 ore(il più utilizzato è quello che prevede 16 ore di digiuno e 8 di alimentazione).
BENEFICI METABOLICI
A prescindere dal tipo di protocollo utilizzato, alla base dell pratiche dell’IF c’è l’idea di “costringere” il metabolismo energetico a shiftare da una condizione in cui le cellule sono fortemente dipendenti dal glucosio,e conseguentemente dall’insulina, ad una in cui diventano rilevanti altri carburanti metabolici, i grassi.
L’essere umano utilizza sempre una miscela di substrati per produrre energia,e determinati tessuti preferiscono un carburante piuttosto che un altro. Proprio per la necessità di dover utilizzare un substrato energetico o l’altro, è importante che l’organismo sia in grado di effettuare lo “shift” tra i diversi carburanti: tale capacità è definita flessibilità metabolica.
Se riuscite a digiunare per diverse ore senza problemi, o se dopo un piccolo pasto in grado di stimolare i maniera rilevante i livelli di insulina non avete effetti collaterali ( sonnolenza, astenia e/o aumento del senso di fame) probabilmente avete una buona flessibilità metabolica.
In caso contrario, è molto probabile che siate metabolicamente inflessibili e che quindi il vostro corpo non è in grado di utilizzare i grassi a scopo energetico
E’ stato ampiamente dimostrato che il digiuno, e quindi anche i protocolli di digiuno intermittente, possono aiutare a migliorare la flessibilità metabolica, ovvero, insegnare al corpo ad utilizzare maggiormente i grassi in determinate situazioni.
Un altro grande vantaggio del digiuno è la possibilità di essere adattato alle esigenze di ognuno: a livello endocrino, la frequenza dei pasti o l’orario in cui questi vengono consumati nell’arco dell giornata, non ha alcuna influenza rilevante. Questo significa che tra il digiunare saltando la colazione o il pranzo o la cena non vi sarà alcuna differenza, scardinando quelle credenze per cui, ad esempio, non bisognerebbe saltare la colazione, considerato è il pasto più importante della giornata: è stato ampiamente dimostrato che la scelta tra il fare e il non fare colazione debba essere esclusivamente basata sulle abitudini e preferenze dell’individuo, in quanto non influenza assolutamente l’aumento o la perdita di massa grassa.
Digiuno Intermittente: BENEFICI SULLA SALUTE
Dal punto di vista della salute in generale, il digiuno sembrerebbe essere associato a :
Diminuzione del grasso e del peso corporeo.
Minor perdita di massa muscolare in una dieta ipocalorica
Diminuzione dei livelli di glucosio nel sangue
Diminuzione dei livelli di insulina e aumento della sensibilità ad essa
Aumento della lipolisi e l’ossidazione dei grassi
Incremento della proteina di disaccoppiamento mitocondriale (aumento del dispendio calorico)
Aumento dei livelli di noradrenalina e adrenalina
Aumento dei livelli del glucagone
Aumento dei livelli del GH
Diminuzione dello stress correlato al cibo
Diminuzione dell’infiammazione sistemica cronica
Autofagia mitocondriale
COSA SAPERE SULL’ INTERMITTENT FASTING
Il digiuno intermittente è un programma abbastanza flessibile e permette a chiunque con qualsiasi tipo di alimentazione di seguirlo.
E’ necessario però fare alcune precisazioni.
IL METODO FUNZIONA SE ALLA BASE C’E’ UN DEFICIT ENERGETICO
Nella descrizione del protocollo di intermitting fasting, molti autori parlando di “iper-alimentazione controllata”, e questo è altamente fuorviante per chi crede che basti digiunare 16 ore per poi potersi ingozzare all’infinito.
Non è infatti il digiuno in sè a favorire il dimagrimento e i benefici metabolici, bensì il vantaggio derivante dal ristretto lasso di tempo in cui è possibile alimentarsi.
Effettuando ad esempio il protocollo 16/8, le 8 ore a disposizione per alimentarsi rendono maggiormente probabile un controllo calorico, anche mangiando ad libitum, che tenderà ad essere sicuramente minore rispetto ad una dieta comune. E non sto dicendo che le calorie non contano per dimagrire, tutt’altro: anche se tecnicamente questo approccio non prevede calcoli o restrizioni particolari, il deficit calorico, in un modo o nell’altro, si instaura.
NON E’ UN PROTOCOLLO ADATTO A TUTTI
In modo particolare il digiuno intermittente è sconsigliato a:
Soggetti con patologie e/o che assumono farmaci, previa consultazione medica
Bambini e adolescenti
Donne in gravidanza/allattamento
Soggetti che soffrono di disturbi del comportamento alimentare
Sopratutto per quanto riguarda il punto 4, è stato recentemente visto che alternare periodi di digiuno a periodi di alimentazione, possa addirittura esacerbare disordini del comportamento alimentare.
ESTREMIZZARE NON E’ LA SCELTA GIUSTA
Non ragionate con il “tutto o niente”, siate flessibili. Il metodo è sicuramente valido, e idealmente può essere portato avanti tutti i giorni e per lunghi periodi di tempo, ma nessuno vi chiede di essere così estremisti.
Quello che vi consiglio è innanzitutto di procedere per gradi iniziando con 1 giorno a settimana, utilizzando il metodo 16/8 che è il più flessibile, e raggruppando quello che avreste mangiato in una giornata nelle 8 ore concesse.
Una volta che avete preso confidenza con questa nuova abitudine, potreste ripeterla durante la settimana, 2,3, massimo 4 volte a mio parere, a seconda delle vostre esigenze e dei vostri impegni giornalieri.
Non essendo una dieta, ma solo una modalità con cui questa può essere seguita, l’IF può essere applicato a qualsiasi protocollo alimentare; funziona bene per chi non ama fare 5-6 pasti al giorno, o per chi non ha tempo per cucina/preparare i pasti/ lavare i piatti etc.
Funziona molto bene anche per gli sportivi che attuano una ciclizzazione calorica e/o glucidica nell’arco della settimana: in questi casi, i giorni OFF potranno coincidere con le giornate di digiuno intermittente.
Concludo precisando nuovamente che sì, è anche un‘ottima soluzione per chi vuole dimagrire e migliorare la propria flessibilità metabolica, ma solo e soltanto se alla base vi è un deficit calorico.
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Iniziamo questo viaggio insieme, verso la tua consapevolezza alimentare.
Stephanie Buttremore, chi è e oerchè questo articolo.
Sapevo di essere una fan di Stephanie Buttermore fin dal primo video.
Lo ammetto, sono una di quelle persone che, nel tempo libero, fa una grossa scorpacciata di video su Youtube; apprezzo alcuni Youtuber italiani, ma sono una grandissima fan dei fitness-influencer americani. La mentalità con la quale affrontano il tema fitness è lontano anni luce dal nostro, e questo mi ha da sempre attratta.
Stephanie Buttremore
Il canale YouTube di Stephanie Buttremore si concentra principalmente su allenamento, alimentazione e giorni di cheat meal carichi di ciambelle da sogno. Nulla di così diverso da quello che vediamo in altri canali fitness, americani e non. Ciò che a mio parere la contraddistingue dalla massa, è il fatto di avere una spiccata capacità, attraverso i suoi video, di trasmettere il suo amore per la salute e il fitness combinandoli con i suoi studi accademici nel campo biomedico. Utilizzando i social media, intrattene, ma soprattutto, educa ai principi scientifici dell’allenamento e della nutrizione.
Stephanie si è sempre aperta ai suoi spettatori, e non ha mai nascosto la sua fame insaziabile. Può infatti facilmente mangiare oltre 10.000 calorie durante i suoi giorni di cheat, ed ha sempre manifestato la sua difficoltà nel sentirsi realmente sazia.
Nonostante ciò, ha continuato a perseguire uno stile di vita prettamente restrittivo, che le ha permesso di raggiungere una forma fisica senza ombra di dubbio invidiabile, portando il suo canale Youtube a crescere in maniera straordinaria, ponendosi come esempio fitness per eccellenza, ma tutto questo contornato da problematiche che vanno ben oltre il sentirsi “in forma”.
In uno dei suoi ultimi video, Stephanie si mette letteralmente a nudo, parlando di ciò che stava sperimentando dopo uno dei suoi periodi di cut; ci parla di amenorrea, ci parla di costante sensazione di freddo, di debolezza cronica, e soprattutto, di una fame insaziabile.
Stephanie Buttremore dal punto di vista scentifico.
Dal punto di vista scientifico, questi non sono altro che adattamenti alla perdita di peso, che il nostro corpo mette in atto nel momento in cui ci si allontana dal set point ideale. Nulla da dire a riguardo: fa tutto parte di quello che è l’istinto di sopravvivenza del nostro organismo e che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sperimentato.
Stephanie Buttremore però va oltre questa consapevolezza, e ci comunica il suo intento di andare “All in”: sotto consiglio di un collega specializzato in disturbi del ciclo mestruale, si concederà di mangiare a sazietà, senza conteggi e senza limiti preimpostati, che per lei significherà mangiare circa 5000 calorie ogni giorno.
Spera che, facendo ciò, ad un certo punto non avrà più bisogno di tante calorie per sentirsi piena, iniziando a consumarne meno, e, col tempo, ritrovare il suo set-point e il suo stato di salute, mentale e fisica. Attraverso questo esperimento, Stephanie vuole anche vedere come questo influenzerà la crescita muscolare, la forza e la stanchezza.
Stephanie Buttremore goes ALL-IN
Stephanie ha iniziato la sua dieta “all in” all’inizio di giugno ed ha documentato tutta la sua esperienza. Finora ha guadagnato oltre 40 libbre ( quasi 20 kg) e prevede che continuerà a prenderne ancora. Alcuni degli effetti collaterali negativi che ha sperimentato includono gonfiore del viso e delle caviglie, sudorazione e una marcata ritenzione di liquidi .Tuttavia, ha notato molti effetti positivi: i suoi livelli di energia sono aumentati, si sente più forte e si sente sazia e soddisfatta a fine giornata. E soprattutto, sembra aver definitivamente risolto i suoi problemi legati al ciclo mestruale, confermati da un miglioramento dei dosaggi ormonali.
Stephanie ha confessato l’estrema difficoltà nel vedere il suo corpo cambiare, ammettendo di aver spesso desiderato di tornare alle sue vecchie abitudini, ma il sostegno dei suoi follower la aiuta a superare i suoi dubbi e le sue paure. Non incoraggia gli altri a fare ciò che sta facendo, ma le persone non possono fare a meno di essere ispirate dal cambiamento e dalla volontà di migliorare la sua salute.
PERCHE’ HO DECISO DI PARLARVI DI STEFHANIE?
Perchè Stephanie è la dimostrazione che va bene il fitness, va bene l’esercizio fisico, va bene la corretta alimentazione.. ma cosa ce ne facciamo se tutto questo preclude uno stato di benessere, fisico e mentale?
In uno dei suoi ultimi update, ci ha spiegato il motivo dei suoi cheat meal, quel giorno a settimana in cui potersi concedere di tutto senza pensare a macros e calorie, e a come, col passare del tempo, nonostante questi giorni “free”, iniziava a sentirsi comunque insoddisfatta. Riempirsi di cibo (spazzatura) quell’unico giorno a settimana, per poi tornare a fare la fame il resto dei giorni, non era la soluzione.
La sua non era fame emotiva, non era necessità di staccare la spina concedendosi qualche sfizio in più per uno-due giorni a settimana; la sua era FAME REALE. I segnali del suo corpo erano inequivocabili, e per troppo tempo li aveva messi a tacere.
L’assenza del ciclo mestruale è forse il campanello di allarme più importante che nessuno, e sottolineo nessuno, dovrebbe ignorare. Ed è stato proprio questo a darle la motivazione di compiere un grosso, enorme cambiamento.
Non stiamo parlando di una reverse diet, con un aumento graduale di calorie, o di una break diet di qualche settimana. Stiamo parlando di un surplus calorico enorme protratto per diversi mesi, che senza alcun dubbio porta a cambiamenti estetici importanti e repentini. E per una fitness influencer, il cui lavoro si basa proprio sull’estetica e sull’esposizione del proprio corpo, non è proprio scontato prendere una simile decisione.
Ora, ecco perché adoro quello che Stephanie sta facendo.
Non ha permesso alla piattaforma di influenzarla dal fare ciò che ritiene giusto (anche quando è difficile). Passare dalla magrezza tipica delle bikini a guadagnare oltre 20 chili in un paio di mesi di fronte alle migliaia di persone che la seguono, è tutt’altro che semplice, ma non le ha impedito di fare ciò che sapeva essere giusto per se stessa.
In effetti, mostrare questo cambiamento, compresi alti e bassi con l’immagine del corpo e del suo umore, è stato qualcosa da cui non si è sottratta, e che a mio parere, l’ha resa semplicemente umana. Tutto ciò che ha condiviso è stato reale e crudo, e ho visto innumerevoli follower approfondire la sua storia.
Ancora una volta, Stephanie ha saputo distinguersi dalla massa, dando dimostrazione che, a volte, è opportuno mettere salute e benessere – fisico e mentale- al di sopra dell’estetica.
Si è esposta ad un cambiamento radicale andando in una direzione opposta rispetto a quello che siamo abituati a vedere, ma tutto ciò non ha fatto altro che renderla umana. E’ forse questo l’aspetto che ha portato la maggior parte dei suoi follower ad incoraggiarla e a continuare a dimostrarle il loro affetto, nonostante la perdita della forma fisica a cui ci aveva abituati.
E’ scesa dal piedistallo, ha guardato in faccia la realtà e ha semplicemente detto basta, giustificando le sue scelte attraverso video altamente informativi che consiglio a tutti di andare a guardare.
La scelta di perseguire uno stato di salute migliore a discapito dell’aspetto fisico è il messaggio più forte che una youtuber come lei potesse mandare; non sono rari i casi di ragazze e ragazzi che a furia di cercare di somigliare al loro “idolo”, finiscono per riscontrare problematiche anche a gravi, a livello fisico e mentale. La sua scelta, e il fatto di volerla documentare in tutto e per tutto, è estremamente difficile da riscontrare al giorno d’oggi, ed è proprio per questo che ho deciso di raccontare la sua storia e, nel mio piccolo, darle il mio supporto.
INVECE DI CONTINUARE A SCONTRARTI CON I TUOI LIMITI, CONCENTRATI SULLE TUE POTENZIALITA’
Esistono limiti nella vita, che siano di tempo, economici, fisici, ambientali o mentali.
È importante distinguere tra limiti effettivi e quelli che sono creati nella nostra mente.
Le sfide temporanee sono parte del percorso. Dobbiamo utilizzare le nostre risorse e capacità per superare i limiti, concentrandoci su ciò che possediamo anziché su ciò che ci manca. Focalizzarsi sui limiti può indebolirci. È essenziale riconoscerli, ma concentrarsi su ciò che già abbiamo e coltivarlo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi.
Cosa succede?
Succede che a forza di sbattere, ti indebolisci.
Occhio, non sto dicendo che i limiti non vadano riconosciuti, ANZI. Semplicemente, una volta preso atto di ciò che “non possiamo”, o “non possiamo per adesso”, continuare a convogliare tutta l’energia ancora lì non fa altro che scaricarti.
Sposta gli occhi su ciò che hai, perché non è concentrandoti con quello che non hai che ottieni quello che vuoi. Ma è riconoscendo ciò che già ti appartiene, promuovendolo e coltivandolo, che ottieni ciò che vuoi.
TABELLA ORGANIZER
LUNEDI’
MARTEDI’
MERCOLEDI’
GIOVEDI’
VENERDI’
SABATO
DOMENICA
Latticini
Pesce Conservato
Legumi
Uova
Vegan
Carne
Latticini
Legumi
Pesce
Carne
Pesce
Legumi
Pizza
Carne Conservata
Per questa settimana, le frequenze delle fonti proteiche sono le seguenti:
Legumi: 3 volte
Carne bianca: 1 volta
Carne rossa: 1 volta
Carne conservata: 1 volta
Pesce: 2 volte
Pesce conservato: 1 volta
Uova: 1 volta
Latticini: 2 volte
Come specificato già in precedenza, non utilizzerò grammature, in quanto sono personali e non vi sarebbero di alcun aiuto, essendo adatte a me e al mio stile di vita. Nel menù non è compreso il pane, semplicemente perché varia a seconda di quello che mangio nell’arco della giornata o della verdura che consumo a cena, ma nella maggior parte dei casi è presente, anche se non specificato. Non dimenticate di andare a seguirmi su Instagram: lì pubblico foto e stories dei pasti della giornata e, quando preparo qualcosa di particolare, delle ricette. Mi piace parlarvi di alimentazione in maniera chiara ma precisa, sottoponendovi a quiz sulle vostre conoscenze alimentari a cui seguono spiegazioni a riguardo. Lì vi rendo anche partecipi anche della mia vita, dei miei allenamenti, e soprattutto delle avventure del mio cane, Kira! Ci faremo delle grosse risate insieme, quindi cosa aspettate? Andate a seguirmi anche lì!
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LISTA DELLA SPESA
La lista delle spesa della settimana è la seguente (non sono comprese verdure, condimenti e spezie):
Legumi: lenticchie, ceci, farina di ceci, *tofu
Carboidrati: pasta, orzo, patate, pane, farina
Carne: pollo, tagliata di manzo, bresaola
Pesce: salmone affumicato, orata, calamari
Latticini e uova : ricotta, provola, mozzarella, uova
Ed ecco a voi il menù di questa settimana!
LUNEDI‘
Pranzo – Pasta con ricotta e cavolfiore
Cena – Zuppa di lenticchie e verza
MARTEDI‘
Pranzo – Pasta al salmone con pomodorino fresco
Cena – Orata al forno con patate
MERCOLEDI’
Pranzo – Vellutata di zucca con ceci croccanti
Cena – Tagliata di manzo con insalata
GIOVEDI’
Pranzo – Pasta con uova e broccoli
Cena – Calamari ripieni al sugo
VENERDI’
Pranzo – Orzo con zucchine, tofu e zafferano
Cena – Fari-frittata con zucca al forno
SABATO
Pranzo – Petto di pollo alla piastra e insalata
Cena – Pizza fatta in casa
DOMENICA
Pranzo – Lasagne con zucca e provola
Cena –Bresaola, funghi e rucola
IL MENU’, LA LISTA DELLA SPESA E IL TEMPLATE VUOTO SONO DISPONIBILI ANCHE IN PDF
Questo è uno dei dubbi amletici che sorgono soprattutto a chi sta cercando di perdere peso (do per assodato che non siete di quelli che “Per dimagrire bisogna eliminare i carboidrati”).
Qual è meglio? Quale dei tre preferire?
Partiamo col dire che riso, pasta e patate sono una buona fonte di carboidrati, dato che sono costituiti per la maggior parte da amido: un polisaccaride costituito da più molecole di glucosio legate tra loro. Tutti e tre trovano il loro spazio in un piano alimentare sia perché sono utili e in pratica senza controindicazioni, sia perché in cucina sono facili da preparare e utilizzabili per numerosi piatti.
In una dieta (non necessariamente ipocalorica) hanno lo scopo di fornire energia all’organismo e in una dieta bilanciata sono il macronutriente che occupa più spazio rispetto agli altri: circa il 55% dell’apporto calorico totale.
Detto questo,nNé il riso né la pasta né le patate fanno a prescindere perdere o prendere peso. Non hanno ancora inventato un cibo che fa ingrassare, così come non esiste un alimento che fa dimagrire: le variazioni di peso sono date dall’insieme di tutto quello che mangiamo e consumiamo. L’alimentazione va letta per intero, andando ad alanizzare tutto l’insieme, e non focalizzandoci su un singolo alimento: il contesto viene prima del singolo pasto.
Possiamo però fare delle considerazioni in merito alla composizione di questi alimenti amilacei:
Pasta e riso sono densamente energetici in quanto ricchi di amido, che apporta 4.2 kcal/g, e poveri di acqua
La pasta contiene più proteine rispetto al riso
Il riso ha più carboidrati rispetto alla pasta, anche se la differenza calorica resta comunque minima
Le patate hanno più acqua e quindi il contenuto calorico a parità di peso è sensibilmente inferiore
A parità di peso, 100g di pasta o riso apportano oltre il doppio delle calorie rispetto al tubero
In una dieta per dimagrire bisognerebbe preferire alimenti poco densamente energetici, che, a parità di peso, riempiono di più e aiutano quindi a sentire meno la fame.
Per questo motivo, preferire le patate rispetto a riso e pasta può essere una valida opzione – fermo restando che possono essere inseriti tutti e tre.
“Ma quindi bisogna eliminare pasta e riso a favore delle patate?” NO!
Il segreto, quello vero, l’unico vincente è.. LA VARIETA’! Variare le fonti, alternandole anche con altre fonti di carboidrati (il pane, fresco mi raccomando, e i legumi, ancora troppo sottovalutati), è il modo più semplice ed efficace per evitare di privarci di determianre categorie di cibi, che, ripeto, non è una scelta saggia quando si è intenzionati a perdere peso e a mantenersi in salute!
Non privatevi di niente, e imparate a riconoscere e dosare le porzioni adatte a voi, ricordando che è sempre e soltanto la dose che fa il veleno!
TABELLA ORGANIZER
LUNEDI’
MARTEDI’
MERCOLEDI’
GIOVEDI’
VENERDI’
SABATO
DOMENICA
Pesce Conservato
Uova
Legumi
Latticini
Legumi
Carne Consevata
Pesce
Legumi
Carne
Pesce
Carne
Pesce
Pizza
Latticini
Per questa settimana, le frequenze delle fonti proteiche sono le seguenti:
Legumi: 3 volte
Carne bianca: 1 volta
Carne rossa: 1 volta
Carne conservata: 1 volta
Pesce conservato: 1 volta
Pesce: 3 volte
Uova: 1 volta
Latticini: 2 volte
Come specificato già in precedenza, non utilizzerò grammature, in quanto sono personali e non vi sarebbero di alcun aiuto, essendo adatte a me e al mio stile di vita. Nel menù non è compreso il pane, semplicemente perché varia a seconda di quello che mangio nell’arco della giornata o della verdura che consumo a cena, ma nella maggior parte dei casi è presente, anche se non specificato. Non dimenticate di andare a seguirmi su Instagram: lì pubblico foto e stories dei pasti della giornata e, quando preparo qualcosa di particolare, delle ricette. Mi piace parlarvi di alimentazione in maniera chiara ma precisa, sottoponendovi a quiz sulle vostre conoscenze alimentari a cui seguono spiegazioni a riguardo. Lì vi rendo anche partecipi anche della mia vita, dei miei allenamenti, e soprattutto delle avventure del mio cane, Kira! Ci faremo delle grosse risate insieme, quindi cosa aspettate? Andate a seguirmi anche lì!
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LISTA DELLA SPESA
La lista delle spesa della settimana è la seguente (non sono comprese verdure, condimenti e spezie):