Nell’era frenetica in cui viviamo, il cibo viene spesso consumato di corsa, davanti a uno schermo o solo come carburante, perdendo così il suo valore profondo di nutrimento e piacere. Ma cosa accadrebbe se ti dicessimo che esiste un modo per trasformare radicalmente il tuo rapporto con il cibo, riscoprendo il piacere di mangiare e, in molti casi, raggiungendo i tuoi obiettivi di benessere? Parliamo di Mindful Eating, ovvero l’alimentazione consapevole.
Se desideri capire meglio la tua fame, gestire il peso con più serenità o riscoprire il piacere di ogni pasto, il Mindful Eating potrebbe rappresentare la soluzione ideale. In questo articolo, ti accompagnerò alla scoperta di questa pratica innovativa.
Cos’è il Mindful Eating? Definizione e Principi Fondamentali
Il Mindful Eating (o “alimentazione consapevole”) rappresenta l’applicazione dei principi della mindfulness al momento del pasto. La mindfulness consiste nella capacità di focalizzare l’attenzione sul qui e ora, senza giudicare. Applicata al cibo, significa:
Essere pienamente presenti durante il pasto, prestando attenzione ai sapori, agli odori, alle consistenze, ai colori e persino ai suoni del cibo.
Ascoltare i segnali del proprio corpo: riconoscere la fame fisica reale, la sazietà e la pienezza.
Riconoscere le emozioni che guidano il tuo desiderio di cibo (fame emotiva) e imparare a gestirle senza ricorrere automaticamente al cibo.
Mangiare senza giudizio, accettando ciò che si sta mangiando e le sensazioni che ne derivano.
Apprezzare il cibo e il processo che lo ha portato sulla nostra tavola, dalla coltivazione alla preparazione.
Non si tratta di una dieta e non prevede restrizioni caloriche o divieti. È un approccio mentale che trasforma il modo in cui mangiamo, più che cosa mangiamo, anche se spesso questo cambiamento si riflette naturalmente nelle nostre scelte alimentari.
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
Mindful Eating e Dieta: Come si differenziano?
È essenziale distinguere chiaramente i concetti. La dieta, nel senso più comune, rappresenta un regime alimentare limitato, finalizzato a raggiungere un obiettivo preciso di peso o salute, caratterizzato spesso da regole severe e da una percezione di privazione.
Il Mindful Eating, invece, non ha come obiettivo primario la perdita di peso, sebbene questa possa essere una conseguenza naturale per molte persone. Il suo scopo è ristabilire un rapporto sano ed equilibrato con il cibo, basato sull’ascolto di sé e non su regole esterne.
Dieta: “Devo mangiare X grammi di questo”, “Non posso mangiare quello”. Focus sul controllo esterno.
Mindful Eating: “Come mi sento quando mangio questo?”, “Sono veramente affamato?”, “Sono sazio ora?”. Focus sull’ascolto interno e l’autonomia.
Integrando l’alimentazione consapevole con un piano nutrizionale personalizzato, basato sull’approccio del dietista, è possibile raggiungere risultati duraturi e un benessere completo a 360 gradi.
I Benefici dell’Alimentazione Consapevole: Perché praticarla?
Praticare il Mindful Eating può portare a una serie di benefici significativi, sia fisici che psicologici:
Migliore digestione: Mangiare lentamente e masticare a fondo facilita il processo digestivo.
Riconoscimento della sazietà: Imparando ad ascoltare il proprio corpo, si è più propensi a smettere di mangiare quando si è sazi, evitando eccessi.
Gestione del peso: Nonostante non sia una dieta, il riconoscimento dei segnali di fame e sazietà può portare a un’assunzione calorica più equilibrata e, di conseguenza, a una gestione del peso più sana e sostenibile.
Riduzione della fame nervosa/emotiva: Si impara a distinguere la fame fisica da quella emotiva, affrontando le emozioni sottostanti anziché ricorrere al cibo come “consolazione”.
Migliore rapporto con il cibo: Si riduce il senso di colpa o l’ansia legati al cibo, trasformando l’atto di mangiare in un’esperienza piacevole e nutriente.
Maggiore piacere del cibo: Apprezzando ogni boccone, si sperimenta un maggiore appagamento e piacere sensoriale.
Riduzione dello stress: Il momento del pasto diventa una pausa consapevole, un’opportunità per rallentare e centrarsi.
Come praticare il Mindful Eating: Esercizi e Consigli Pratici
Iniziare a praticare il Mindful Eating è più facile di quanto pensi. Non è necessario rivoluzionare tutto fin da subito; puoi cominciare con piccoli, semplici passi.
Elimina le distrazioni: Spegni TV, smartphone, tablet e computer. Rendi il pasto un momento sacro e senza interruzioni.
Mangia lentamente: Non avere fretta. Metti giù le posate tra un boccone e l’altro.
Mastica a fondo: Presta attenzione alla consistenza, al sapore che si sprigiona, a come il cibo cambia in bocca. Ti aiuterà a sentirti sazio prima.
Coinvolgi tutti i sensi:
Vista: Osserva i colori e la presentazione del piatto.
Olfatto: Annusa gli aromi prima di portare il cibo alla bocca.
Udito: Ascolta i suoni della masticazione, se ci sono.
Tatto: Senti la consistenza del cibo in bocca.
Gusto: Concentrati sui sapori, come cambiano durante la masticazione.
Ascolta la tua fame e sazietà: Prima di mangiare, chiediti: “Sono davvero affamato?”. Durante il pasto, chiediti: “Sono ancora affamato o mi sento sazio?”. Impara a fermarti quando ti senti piacevolmente pieno, non gonfio.
Fai una pausa a metà pasto: Questo ti dà l’opportunità di riflettere su quanto hai mangiato e su come ti senti.
Sii gentile con te stesso: Non giudicarti se “sgarri” o ti distrai. Ogni pasto è una nuova opportunità per praticare.
Esercizio dell’uva passa (o del cioccolato): Prendi un’uva passa (o un pezzetto di cioccolato). Esaminala con tutti i sensi, annusala, sentine la consistenza. Poi mettila in bocca senza masticare subito, esplora il sapore. Mastica lentamente. Nota ogni sensazione. Questo piccolo esercizio può essere un ottimo punto di partenza per capire il concetto.
Mindful Eating e Gestione del Peso: Un approccio sostenibile
Come già accennato, il Mindful Eating non è una dieta tradizionale per perdere peso, ma rappresenta uno strumento estremamente efficace per gestire il peso in modo duraturo. Mangiare con consapevolezza rende più semplice:
Evitare di mangiare per noia, stress o tristezza: Riconosci la fame emotiva e trovi altre strategie per affrontarla.
Comprendere cosa ti appaga davvero: Non solo a livello calorico, ma anche emotivo e sensoriale.
Ridurre le porzioni eccessive: Ti fermi quando il corpo segnala sazietà, non quando il piatto è vuoto.
Fare scelte alimentari più sane: Quando sei più connesso al tuo corpo, spesso desideri cibi che ti fanno sentire bene.
Per raggiungere risultati ottimali nella gestione del peso e nel miglioramento del benessere, l’integrazione del Mindful Eating con unpiano nutrizionale personalizzato elaborato da un dietista rappresenta l’approccio più efficace.
Io posso accompagnarti in questo percorso, combinando la scienza della nutrizione con i principi della consapevolezza.
Conclusione: Inizia il tuo viaggio verso un rapporto più sereno con il cibo
Il Mindful Eating è un invito a rallentare, ad ascoltare e a riconnettersi con uno degli atti più fondamentali della nostra esistenza: il mangiare. Non si tratta di perfezione, ma di pratica costante e di gentilezza verso se stessi.
Trasforma il tuo rapporto con il cibo e liberati dalle diete restrittive.
Riscopri il piacere e i benefici di un’alimentazione consapevole!
Io sono qui per supportarti.
Vuoi iniziare il tuo percorso di Mindful Eating e migliorare il tuo benessere?
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Benefici nella Dieta: Scopri perché è un’Esclusiva per la Salute
L’olio di oliva rappresenta una delle componenti fondamentali della dieta mediterranea, che è ampiamente riconosciuta a livello globale per i suoi numerosi vantaggi per la salute. 1
In particolare l’extra vergine, è ricco di antiossidanti e acidi grassi monoinsaturi, che contribuiscono a migliorare il benessere generale.
Ecco perché dovrebbe essere una scelta privilegiata e frequente nella tua alimentazione quotidiana. Incorporare l’olio di oliva nei tuoi pasti non solo esalta il gusto dei cibi, ma fornisce anche sostanze nutritive essenziali che sostengono la salute del cuore e aiutano a prevenire varie malattie.
Olio di Oliva, le caratteristiche.
L’olio di oliva è un prodotto naturale ottenuto dalla spremitura delle olive, frutti dell’olivo. È ampiamente apprezzato per le sue proprietà nutrizionali e sensoriali. Tra le sue principali caratteristiche, c’è la presenza di acidi grassi monoinsaturi, in particolare l’acido oleico, che contribuiscono a mantenere livelli sani di colesterolo nel sangue. Inoltre, contiene antiossidanti come la vitamina E e i polifenoli, che aiutano a proteggere le cellule dai danni ossidativi.
L’olio di oliva è disponibile in diverse qualità, tra cui l’extravergine, che si distingue per il suo metodo di estrazione a freddo e l’assenza di difetti organolettici, conferendogli un sapore fruttato e un profilo aromatico complesso. È un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea, utilizzato sia per cucinare che come condimento a crudo.
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
Ricco di Grassi Monoinsaturi Sani
L’olio d’oliva è abbondante in grassi monoinsaturi, specialmente l’acido oleico, riconosciuto per il suo ruolo nel ridurre l’infiammazione e favorire la salute del cuore. Questi grassi benefici contribuiscono a stabilizzare il colesterolo e a diminuire il rischio di malattie cardiache.2
Antiossidanti Potenti
L’olio extravergine è ricco di antiossidanti, che contrastano i radicali liberi nell’organismo e diminuiscono il rischio di malattie croniche come il cancro e il diabete di tipo 2. Gli antiossidanti nell’olio d’oliva, in particolare i polifenoli, sono estremamente efficaci nel proteggere il cuore e il sistema nervoso centrale.3
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Uno dei principali benefici dell’olio d’oliva è la sua capacità di ridurre l’infiammazione. L’oleocantale, un composto nell’olio extra vergine d’oliva, agisce in modo simile all’ibuprofene, un noto antinfiammatorio. Questo è utile per chi ha artrite o altre condizioni infiammatorie.
Protezione contro il Cancro
Numerose ricerche hanno evidenziato che l’olio d’oliva possiede proprietà protettive contro il cancro. Gli antiossidanti e le sostanze antinfiammatorie contenute nell’olio d’oliva contribuiscono a diminuire il rischio di insorgenza di tumori, specialmente quelli che colpiscono il sistema digestivo.
Miglioramento della Salute della Pelle
L’olio d’oliva è celebre per i suoi benefici sulla salute della pelle. Grazie alle sue eccezionali proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, aiuta a mantenere la pelle idratata e a ridurre l’infiammazione. Inoltre, l’olio d’oliva è un trattamento naturale efficace per condizioni come eczema e psoriasi. Diversi studi dimostrano che l’applicazione topica di alimento migliora la barriera protettiva della pelle e stimola la rigenerazione cellulare, promuovendo una pelle più sana e forte.
Gestione del Peso
Quest’olio rappresenta un valido alleato nella gestione del peso corporeo, poiché contribuisce ad accrescere la sensazione di sazietà. Integrarlo nella tua dieta quotidiana può favorire una sensazione di pienezza più duratura, aiutando a ridurre l’apporto calorico complessivo. Un’indagine scientifica pubblicata sul giornale “Obesity” ha evidenziato che seguire una dieta arricchita con questo alimento può potenziare la termogenesi, ovvero il processo attraverso il quale il corpo brucia calorie per produrre calore.
Conclusione
L’olio extravergine di oliva rappresenta una scelta eccellente per coloro che aspirano a migliorare la propria salute attraverso una dieta bilanciata e salutare. Con i suoi numerosi benefici, come la capacità di ridurre l’infiammazione e offrire protezione contro varie forme di cancro, questo olio dovrebbe occupare una posizione di rilievo nella tua alimentazione quotidiana. Il suo utilizzo regolare può contribuire a migliorare il benessere generale e supportare un regime alimentare sano.
Ottieni i Risultati che vuoi!
Iniziamo questo viaggio insieme, verso la tua consapevolezza alimentare.
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” È un ossiacido il cui gruppo carbossilico può dissociarsi in soluzione e liberare un idrogenione (H+). Nell’ambiente endocellulare, a pH fisiologico, l’acido lattico è dissociato per oltre il 99% in due ioni: ione lattato (La-), carico negativamente, e ione idrogeno (H+), carico positivamente. Per questo motivo è più corretto parlare sempre di lattato e ioni idrogeno, piuttosto che di acido lattico. “
Chiaro? Per me NO!!!
Spieghiamo in modo chiaro le funzioni dell’acido lattico durante l’attività fisica.
Il Tessuto Muscolare necessita del Sangue per ottenere l’energia essenziale per le sue funzioni di contrazione e rilassamento. Durante l’esercizio Anaerobico, la fonte principale di energia è il “GLUCOSIO”, mentre nell’esercizio Aerobico sono gli “ACIDI GRASSI”. Questi ultimi, reagendo con l’Ossigeno (O2), producono l’ATP necessario per la contrazione muscolare.
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
QUANDO SI FORMA L’ACIDO LATTICO?
La massima produzione di ATP (Adenosina Trifosfato) avviene attraverso vie metaboliche aerobiche come la glicolisi-ciclo dell’acido citrico. Se la cellula dispone di un’adeguata quantità di ossigeno, sia il glucosio sia gli acidi grassi possono essere metabolizzati per ottenere ATP attraverso la fosforazione ossidativa. Quando la richiesta di ossigeno supera la disponibilità, il metabolismo del glucosio segue la via anaerobica. E’ proprio in questo contesto di scarsità di ossigeno nella cellula, che il piruvato (che è il prodotto finale della glicolisi) viene convertito in ACIDO LATTICO ed entra nel ciclo dell’acido citrico. Ed è proprio qui che, mentre ci si allena si iniziano a sentire dolori localizzati al muscolo interessato con conseguente perdita di forza, tanto è vero che, in genere, uno sforzo anaerobico non può essere sostenuto per periodi lunghi. Una volta ultimato lo sforzo, il LATTATO in circolo, viene smaltito dal fegato in piruvato e successivamente, di nuovo, in glucosio che il sangue continuerà ad apportare al Tessuto muscolare.
Questa ESTREMA SEMPLIFICAZIONE è servita per far capire, in una decina di righe che la formazione di ACIDO LATTICO è del tutto momentanea e che quest’ultimo viene a formarsi sostanzialmente perché il nostro organismo è come se andasse in emergenza per la mancanza di ossigeno ed infatti, mentre si è intenti in sforzi del genere si tende ad aumentare il ritmo della respirazione, questo perché il nostro corpo richiede sempre più ossigeno, ma nel contempo espelle Anidrite Carbonica (CO2).
In genere, comunque, il nostro corpo riesce a smaltire la presenza di lattato all’interno dell’organismo nelle successive 2 ore a seguito dell’allenamento.
Compreso, dunque, che il “DOLORE DEL GIORNO DOPO” non è causato dall’ACIDO LATTICO, capiamo ora da cos’è dovuto.
VI PRESENTO I D.O.M.S. – Delayed Onset Muscle Soreness
D.O.M.S. – Dolori Muscolari ad Insorgenza Ritardata.
Svelato il mistero dell’ACIDO LATTICO, parliamo ora dei DOMS e cioè dei dolori muscolari ad insorgenza ritardata, i quali, a seguito di una seduta di allenamento molto intensa, a volte, ci accompagnano per i successivi 2-3 giorni. Ma perché ciò accade?
Per rispondere a questa domanda bisogna analizzare cosa, effettivamente causa i DOMS. Proviamo a pensare quando è stata l’ultima volta che abbiamo provato il dolore “gratificante” di questo fenomeno.
A me verrebbe da dire in uno o più di questi casi:
non ci alleniamo da almeno una settimana;
aumentiamo i carichi in maniera non graduale;
proviamo un nuovo allenamento.
Siete d’accordo? Credo di si!!
Bene, ora proviamo a generalizzare esplicitando questi casi e contestualizzandoli, dunque:
non ci alleniamo da almeno una settimana – STIMOLO INFREQUENTE
aumentiamo i carichi in maniera non graduale – INTESITA’ DI CARICO ELEVATA;
proviamo un nuovo allenamento – MOVIMENTO SCONOSCIUTO (sia dal nostro Sistema Nervoso Centrale e sia dal Sistema Muscolare).
D.O.M.S. E STIMOLO INFREQUENTE.
Un esempio di stimolo infrequente può essere il cambio di schema motorio, cioè se siamo seguendo degli allenamenti per la forza come i 5×5 e variamo con degli schemi 4×10 o 3×12, potremmo avere la comparsa dei DOMS a causa dell’aumento di volume dell’esercizio.
Ma allo stesso tempo, se non ci si allena per un determinato periodo di tempo, che può essere più o meno elevato in base alla preparazione atletica del soggetto, quando si andrà ad effettuare un nuovo allenamento (magari anche non molto pesante) è probabile che i DOMS si ripresenteranno, in quanto l’organismo si sarà “disadattato” ad un determinato schema motorio.
D.O.M.S. causati da INTESITÀ DA MANCATO ADATTAMENTO AL CARICO – INTENSITÀ ELEVATA
Oltre all’aumento di Volume (cioè il totale delle rep) anche uno spropositato aumento del carico non graduale potrebbe portare al verificarsi dei DOMS, in quanto, di nuovo, l’organismo è “disadattato” a tale sforzo, sebbene, in questo caso, conosce lo schema motorio molto bene, ma non è abituato a farlo con un determinato carico.
D.O.M.S. causati da MOVIMENTO SCONOSCIUTO
Questo è il caso più frequente.
Quante volte ci è capitato di provare una nuova disciplina e pur essendo molto allenati nella nostra specialità, il giorno dopo è come se ci fosse passato un treno sopra. Questo accade perché effettuiamo dei movimenti “nuovi” sia dal punto di vista muscolare ma soprattutto dal punto di vista nervoso, e cioè il nostro Sistema Nervoso Centrale, in quanto vengono prodotti elettroliti (ioni calcio), radicali liberi, reflusso di enzimi, che vanno a sovraeccitare i nocicettori muscolari. I neuroni così aumentano i segnali dolorifici al cervello.
ECCO SVELATO L’ARCANO!!!
Riguardo i D.O.M.S. c’è però un’altra leggenda da palestra, cioè che questi dolori siano causati da microlesioni presenti sul muscolo a seguito dell’allenamento.
Per contestare tale teoria è sufficiente notare che tali dolori spariscono quando iniziamo ad allenarci. Infatti è vero che l’allenamento causa danni al muscolo, ma è anche vero che l’afflusso di sangue ai muscoli, proprio dell’allenamento, porterà via i cataboliti che sovraccaricano i nocicettori muscolari.
D.O.M.S. E CORRETTO ALLENAMENTO
Anche se il dolore è “gratificante”, i D.O.M.S. non sono affatto correlati a un buon allenamento o alla crescita muscolare!
Un soggetto/atleta cresce solo e soltanto se migliora i parametri allenanti, quali;
VOLUME;
INTENSITA’;
DENSITA’.
ma soprattutto li varia progressivamente, aumentando i carichi ed il volume, diminuendo la densità.
Su tale argomento consiglio la lettura degli articoli:
Scopriamo il magico mondo dei dolcificanti. Ciclicamente, torna di moda la questione dolcificanti artificiali. C’è chi si chiede come facciano a… Leggi tutto: Dolcificanti: fanno davvero male?
In questo articolo ti spiegherò quali sono i benefici psicologici dell’attività fisica senza approfondire quelli sull’aspetto fisico, già noti, soffermandomi sul lato positivo dell’attività fisica sull’umore.
Perché allenarsi ha dei benefici psicologici?
Il 2020 sarà ricordato per sempre come l’anno del COVID-19 e della “lockdown” a causa di questo.
Uno dei consigli cardine del Ministero della Salute è quello di praticare almeno 30 minuti di attività fisica al giorno. Ma da cosa nasce questa raccomandazione?
Per definire il motivi dei benefici psicologici dell’attività fisica, bisogna prima rispondere alla domanda: “Perché è importante allenarsi” in generale, ma soprattutto perché è stato così importante farlo durante tale storico, dove siamo stati costretti, per forza di cose, a rimodulare le nostre giornate, trovando del tempo per allenarci.
Perché è importante allenarsi?
Allenarsi fa bene, sempre!!! Non soltanto in periodi particolari della nostra vita, come quello appena vissuto. E’ molto importante per il nostro corpo e per la nostra mente.
Ma sebbene gli aspetti positivi che l’allenamento genera sul nostro corpo siano noti, ad esempio: il classico miglioramento dell composizione corporea ed il miglioramento della prestazione sportiva, molto meno noti sono gli effetti che l’attività fisica ha sulla nostra mente.
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
Tra i benefici psicologici dell’attività fisica, troviamo:
miglioramento del tuo umore;
miglioramento della tua concentrazione;
riduzione dello stress e della depressione;
miglioramento delle abitudini del sonno;
aumento della tua autostima.
Allenamento per dimagrire e Allenamento per migliorare la propria condizione sportiva.
Allenamento e miglioramento della performance e della ricomposizione corporea
Allenarsi per dimagrire o per avere il famigerato “six pack” da sfoggiare in spiaggia oppure allenarsi per migliorare una propria prestazione sportiva, sono di certo i motivi più comuni e più ovvi. Tanto si è scritto, pubblicato e dimostrato sia online che su libri cartacei. Gli sport, le metodologie di allenamento sono molteplici ed ogni secondo ne nasce (per fortuna) una nuova. Concetti come carico allenante, ipertrofia e volume di allenamento sono la base per ottenere i risultati tanto ambiti.
Questo articolo, però, non ha lo scopo di motivarti ad iniziare ad allenarti per queste ragioni, vorrei ambire a qualcosa di più. Vorrei portarti a comprendere che la pratica dell’attività sportiva per fini estetici o prestazionali, a meno che tu non sia un atleta agonista, in questo contesto diventano conseguenza e non scopo.
Uno dei benefici psicologici dell’allenamento è sicuramente il miglioramento dell’umore.
Quante volte hai sentito dire che l’attività fisica migliora l’umore?? Ma è vero che attività fisica attiva reazioni chimiche nel cervello che ti fanno sentire più felice e rilassato ? Se è vero, perché?
Sono molti gli studi che hanno evidenziato come molecole chimiche come le endorfine e serotonina favoriscono il buon umore migliorando lo stato di serenità. Vuoi sapere come produrre queste molecole??
Praticando attività sportiva!!!
Inoltre, la carenza di serotonina è considerata la responsabile della depressione e più in generale degli stati d’animo negativi .
Se ancora non ti basta, vuoi sapere un’altra chicca sulla serotonina?
La serotonina influenza direttamente e indirettamente il comportamento sessuale
Concentrarsi vuol dire indirizzare tutta la propria attenzione verso una particolare azione specifica, senza alcuna distrazione.
Per fare ciò il cervello ha bisogno che tutte le cellule siano in grado di ricevere ossigeno per lavorare al meglio. Per garantire ciò c’è assoluto bisogno dell’ossigeno e quindi di respirare!!!
A causa della frenesia della vita moderna, la maggior parte delle persone effettua degli atti respiratori troppo brevi e poco profondi, e questa è una respirazione non del tutto efficiente in quanto la quantità di ossigeno apportato si riduce drasticamente.
La soluzione a questo è la respirazione diaframmatica ed il respiro profondo, grazie alle quali riusciamo a portare maggior ossigeno al cervello permettendogli di lavorare al meglio. Migliorando di conseguenza
rilassamento
concentrazione
Lo sport, ma in genere ogni attività fisica porta ad un miglioramento dell’attività cardiaca e respiratoria e dunque, come abbiamo visto ha diretto impatto sulla nostra capacità di concentrazione.
Riduzione dello Stress e dello stato di Depressione grazie all’Allenamento.
Uno dei benefici psicologici dell’attività fisica, e a parer mio, il più importante è certamente l’azione benefica che questa ha sui livelli di Stress e di Depressione.
Ma perché l’allenamento è la cura allo stress e alla depressione?
Valori elevati di questo ormone sono correlabili a stress (mentali e fisici), ma sapevi che il nostro corpo è così perfetto che ha un ormone antagonista al cortisolo? Per abbassare i valori di cortisolo è necessario semplicemente aumentare i valori di INSULINA.
Ed indovina chi ci permette di alzare i valori di insulina nel corpo?
Esatto, proprio l’attività fisica, la quale, grazie all’innalzamento dell’insulina contrasta direttamente anche lo stress riducendo il livello di cortisolo nel sangue.
Migliorare la qualità del Sonno con l’Allenamento.
Ormai lo abbiamo capito, l’esercizio fisico garantisce molti benefici psicologici e permette di creare una migliore efficienza di tutto l’organismo.
Ma come fa l’attività fisica a favorire la qualità del sonno?
L’allenamento crea nel corpo umano il bisogno di far riposare gli organi e di rimpiazzare le cellule non funzionanti, inoltre favorisce la rimozione di cellule dannose e la costruzione di tessuto funzionale alle richieste a cui il corpo viene sottoposto.
L’attività fisica modifica l’attivazione delle varie aree cerebrali andando a modificare la frequenza cerebrale.
Il corpo non è fatto per funzionare male tanto è vero che di norma, l’attività cerebrale dovrebbe far conciliare il sonno quando è il momento di riposare.
Allenarsi aiuta a normalizzare l’attività del cervello, ma soprattutto aumenta la la richiesta di riposo dei vari tessuti muscolari e celebrali, andando, di conseguenza, a migliorare la qualità del sonno.
Quindi l’allenamento produce un bisogno del corpo a riposare creando lo stimolo all’addormentarsi.
Essendo più stanchi, ci si addormenta molto più facilmente andando, dunque a ridurre i disturbi del sonno tra cui l’insonnia.
Aumentare la propria Autostima con l’allenamento.
L’allenamento aumenta la fiducia in se stessi. Ebbene si, praticare dello sport regolarmente aiuta ad aumentare la propria autostima.
Questo fenomeno è dato da due semplici motivi.
Il primo è dato dal fatto che, come abbiamo visto nei punti precedenti, grazie allo sviluppo di molecole quali endorfina e serotonina il tuo umore cambierà in positivo e di conseguenza, avendo una mentalità positiva, sarai portato a fare molte più cose. Facendo molte più cose, raggiungerai molti più obiettivi, provando quella sensazione di fierezza che ti porterà ad avere sempre più fiducia nelle tue potenzialità.
Il secondo motivo è meno psicologico, ma comunque efficace. Praticando regolarmente attività fisica, il tuo corpo migliorerà nell’aspetto e questo fenomeno ti porterà ad accettarti di più, facendo accrescere la tua autostima ed inoltre, man mano che progredirai nella prestazione (sarà inevitabile), le tue capacità e la tua resistenza aumenteranno attraverso lo sport, garantendoti la prontezza e la forza necessarie ad affrontare le difficoltà che ti si presenteranno davanti.
Conclusioni: I benefici psicologici dell’attività fisica.
In conclusione possiamo affermare che praticare della sana attività fisica ti porterà di certo a miglioramenti fisici, ma soprattutto psicologici, aiutandoti a perseguire i tuoi obiettivi e spronandoti a dare il meglio sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Quindi si, allenarsi fa bene alla mente!!
Cosa aspetti allora?
INIZIA AD ALLENARTI!!
Bastano anche 30 minuti al giorno.
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Le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno in cui i dolci tradizionali diventano i protagonisti indiscussi delle nostre tavole, arricchendo l’atmosfera con gioia e sapore unico.
Tra i simboli più amati del Natale italiano, il pandoro e il panettone occupano un posto speciale nei cuori di chi ama i dolci. Questi due dessert iconici suscitano sempre dibattiti tra gli appassionati, dividendo le opinioni su quale sia il preferito.
Tuttavia, sorge una domanda interessante: quale di questi due deliziosi dolci è più adatto per chi desidera mantenere una dieta equilibrata? Esploriamo insieme questa curiosità!
Dietista e Nutrizionista Valentina Rossi
Origini e Tradizione
Il panettone ha radici profonde nella tradizione culinaria milanese ed è spesso legato a una varietà di storie e leggende affascinanti che risalgono all’epoca del Rinascimento. Questo dolce iconico si distingue per il suo impasto soffice e profumato, che viene arricchito con ingredienti come uvetta e frutta candita. Tale combinazione di sapori e consistenze contribuisce a renderlo un simbolo delle festività natalizie in Italia e nel mondo.
Il pandoro, invece, ha avuto origine nella splendida città di Verona e deve il suo nome alla sua caratteristica colorazione dorata che si trova all’interno. La sua forma inconfondibile a stella e la sua straordinaria consistenza soffice lo rendono immediatamente riconoscibile tra gli altri dolci natalizi.
Ingredienti e Valori Nutrizionali
Panettone: È fatto con farina, burro, zucchero, uova, lievito naturale, uvetta e canditi. Una porzione di 100 grammi contiene circa 330 calorie, 10 grammi di grassi, 54 grammi di carboidrati (di cui 30 grammi di zuccheri) e 7 grammi di proteine.
Pandoro: Gli ingredienti principali sono farina, zucchero, burro, uova e lievito naturale. Una porzione di 100 grammi fornisce circa 370 calorie, 15 grammi di grassi, 52 grammi di carboidrati (di cui 30 grammi di zuccheri) e 6 grammi di proteine.
Benefici e Svantaggi
Panettone:
Pro: Ricco di frutta secca e candita, che apporta fibre e antiossidanti.
Contro: Contiene più ingredienti lavorati come burro e zucchero aggiunto.
Pandoro:
Pro: Con la sua struttura più semplice, può risultare meno pesante per alcuni stomaci.
Contro: Generalmente più ricco di grassi rispetto al panettone.
Consigli per un Consumo Sano
Moderazione: Indipendentemente dalla scelta, la chiave sta nella moderazione. Un piccolo pezzo può essere sufficiente per soddisfare la voglia di dolce senza eccedere.
Alternare: Alterna tra pandoro e panettone per variare la tua dieta e godere delle diverse proprietà di entrambi.
Versioni Light: Cerca versioni light o fatte in casa con meno zucchero e grassi per un’opzione più salutare.
Conclusione
La scelta tra pandoro e panettone dipende molto dai gusti personali e dalle tradizioni familiari.
Per consigli su come affrontare al meglio il periodo natalizio, leggi pure:
Entrambi hanno un posto speciale nelle celebrazioni natalizie, e con qualche accorgimento, possono essere gustati senza troppi sensi di colpa.
Come dietista, il mio consiglio è di goderti questi dolci con consapevolezza e di bilanciare il loro consumo con uno stile di vita attivo e una dieta equilibrata.
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Iniziamo questo viaggio insieme, verso la tua consapevolezza alimentare.
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